Amo Pantelleria dal nostro primo incontro, correva l’anno duemiladodici. In questi undici anni l’ho frequentata spesso, non appena mi è stato possibile. Nel 2019 ho trascorso con lei l’intero mese di aprile e in quei giorni la fotografa e amica Sara Meliti ci ha raggiunto.
Per una settimana abbiamo lavorato imbastendo immagini che potessero raccontare del sentimento di appartenenza ancestrale, ineffabile, che mi lega a quello scoglio.
A quel richiamo dell’isola di terra*, ombelico del Mare Nostrum, che trasmette a chi la sa ascoltare da frequenze amniotiche antiche, originarie, purissime.
Il nome che abbiamo scelto per il progetto – NASCìU – ci si è svelato. In lingua pantesca significa sia “nata” che “nato”. É un venire alla vita libero, privo di genere e specie, che include tutto.
Nelle foto c’è un organismo che prova a muoversi in una terra sconosciuta, in condizioni spesso difficili, apparentemente ostili. É un corpo nudo che prende contatto con la propria fragilità, gettato nell’ignoto. É carne che cerca energia attingendola dalle sue radici, per poter sbocciare.
Sensibili a un’idea di tempo circolare, dopo un anno, nell’aprile 2020 – all’inizio del confinamento – abbiamo sentito di voler mostrare in forma virtuale una serie di nascite, rendendole manifeste sul sito silviadelgrosso.it e poi condividendole su Instagram.
Passato il lungo periodo di restrizioni causate dalla pandemia, nell’agosto 2022 abbiamo ripreso il filo del progetto, questa volta rintracciando luoghi simbolici nella mia terra d’origine, la Val Bregaglia.
Di nuovo l’idea di nascita, di corpo innestato in un contesto minerale differente, in un antitetico paesaggio montano. Eppure la percezione è stata di un continuum ideale.
Ora sembra giunto il momento di presentare dal vivo il frutto di una gestazione che dura da anni e che il trascorrere del tempo ha plasmato, nutrito e contenuto.
La terra di SEMI è aperta, pronta a ricevere NASCìU.
*Pantelleria. L’isola di terra, di Peppe D’Aietti e Grazia Cucci, Il Pettirosso