Oggi la guida mi ha condotto a Dascio, dove il fiume Mera confonde incerto la propria sostanza tra il lago di Mezzola e quello di Como.
Un luogo di sensuale transizione, popolato di creature pendolari.
Il corpo pesante aveva bisogno di lasciarsi scivolare.
Gli occhi di ancorarsi alle anse cervicali che si infilano decise in acqua.
Gli orecchi di silenzio e acuti richiami.
Le labbra di aprirsi per il rombo improvviso degli ammaraggi.
Il cuore di distendersi e partire, per poter tornare.