Un viaggio nel tempo lontano, durante il pomeriggio.
Possibile, quando il desiderio di riconnettere i fili con il passato vibra a frequenze così alte da intercettare l’improbabile, rendendolo reale, come un incontro.
Attorno a un tavolo circolare, nel salotto della casa milanese del Signor Gianni, oggi si sono intrecciati ricordi tenaci. I suoi, con quelli di Maria Elisa, di Jolanda e Maria Grazia.
Un tessuto di foto ormai ingiallite scattate decenni fa – da Gianni stesso – e memorie fluide legate a un luogo in cui ognuno di loro ha lasciato affetti e radici, più o meno profonde.
Dimora contadina dei nonni materni, La Selva è rimasta viva nella memoria di mia madre, che da sempre si commuove parlandone.
Non ha mai perso occasione di raccontarmi con emozione dei maestosi alberi da frutto e dei filari d’uva, dell’andatura dei morbidi terrazzamenti coltivati e dell’affetto nei confronti della nonna Olimpia.
Della gioia indelebile di bambina libera nella Natura.
Grata nell’ascolto, all’improvviso ho avvertito l’eco delle origini, pure le mie.
Angelica e Simonetta, presenze accorte, hanno preso parte alla nostra gita nello spazio – tempo.
