15 Giugno 2017 silvia

Revolution o Della schiavitù

Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato.
Elie Wiesel

Quando compaiono, aggrappati ai pali o a qualche ringhiera di fortuna, i precari tabelloni che annunciano l’imminente passaggio di un circo a Chiavenna, sento avvampare dal profondo una rabbia dalle tonalità oscure, miscelata all’opacità propria del senso di impotenza.
I manifesti che da giorni incrocio sparsi strategicamente qua e là, evocano l’arrivo di una tigre bianca.
Oltre alle indicazioni di rito, i cartelloni recitano Revolution.
La mia ribellione è stata questa, in ordine di apparizione: li ho voluti rubare, prendere a pennellate violente con righe a guisa di sbarre, un patetico cuore, una croce, delle lacrime, l’ironico SOLD OUT e, prendendo in prestito il titolo del famoso libro di Tom Regan, le parole Empty cages.
Ho verificato di avere tutto il materiale necessario per procedere, preparandolo.
Poi non l’ho fatto, non lo farò.

Ho scelto di scrivere, invece, per quel che vale.
E di andare a verificare, oggi, le condizioni della tigre stampata e venduta sulla carta.

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Ho trovato cinque grandi felini, prostrati dal caldo e dallo stress, stipati nello spazio carcerario di un T.I.R..

Dalla gabbia, mi ha riportato istantaneamente in Namibia la vibrazione del fraseggio sincopato di una leonessa.


Ho potuto leggere il moto stereotipato della disperazione, di chi può compiere pochi passi soltanto.

 

Impossibile paragonare le grandiose distanze della Savana e l’indegna prigionia senza colpe che spetta loro di vivere, in cambio.
Nessun conforto per questi schiavi strappati alla loro terra e privati di un’esistenza libera.
Qualcuno paga un biglietto per assistere, spesso inconsapevolmente, allo spettacolo della Natura Selvaggia spezzata.

Ci sono anche altri animali, ritenuti meno esotici e poco esibiti.
Sono erbivori, quindi essendo innocui per l’uomo hanno diritto a un trattamento apparentemente privilegiato.
Non sono reclusi in strutture di massima sicurezza ma stanno a cibarsi tra una transenna e l’altra, sotto i tendoni, sull’asfalto rovente. Più facile gestire gli animi mansueti, già per altri motivi piegati all’addomesticamento.

revolution circo schivitù

 

revolution circo schiavitù

Avverto un alone denso di decadente tristezza anche nell’organizzazione e nelle movenze dei circensi che si aggirano stancamente tra camion, tende di plastica e roulottes.

revolution circo schiavitù

“Yours in the struggle” mi promise nel 2005 Tom Regan autografandomi Gabbie vuote.
La mia voce è per gli esseri ai quali la libertà e la dignità sono state negate. Per sempre.

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