Inciso in una lastra di pietra nel chiostro dell’Abbazia di Piona c’è un disegno.
Tre quadrilateri iscritti uno nell’altro, otto segmenti che intersecano le due fasce, dividendole in sedici trapezi rettangoli.
Al centro uno scavo più profondo, più ampio e circolare. Un obbiettivo.
Forse lo schema dell’antico Hortus Conclusus?
Oppure un antico gioco? Una figurazione cosmica? L’ordine di una galassia?
Mi sono soffermata ad occhi chiusi, lasciando scorrere le dita lungo le linee.
Seguendole, non c’è modo di raggiungere il punto focale.
Si rimane perimetri, più o meno distanti dalla propria stella.